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riflessioni su insediamenti rupestri.
La visita frequente dell' architettura rupestre di Pantalica, la valle dell' Anapo e gli affascinanti "spazi estratti naturali e artificiali" come teatri, catacombe, latomie, etc. tra Siracusa, Ragusa e Palazzolo Acreide nella Sicilia sud orientale, ha dato vita a questa riflessione sugli insediamenti rupestri. Sono forti suggestioni a-temporali, visioni, esperimenti di costruzioni sia instabili che permanenti. Mutazioni in divenire, architettura embrionale allo stato primigenio (prima o dopo la catastrofe?).
Prevale a volte l' escavazione, la cavità, il pertugio. A volte prevale la tensione, l' architettura ponte, sospesa, precaria, instabile, temporanea. Teorie dell' abbandono, della dimenticanza, del passaggio. Paesaggi vaghi, utopico-reali.
Il punto di vista dell'osservatore è sempre nascosto, poco svelato, quasi sempre basso. Emerge lo strapiombo, il dirupo, il precipizio. Spazi estratti e accatastati.
Sarà una forma di opposizione o esorcizzazione, a quell' architettura riduttiva e banale, che emerge oggi sotto le sembianze di "forno a microonde"(E. Souto de Moura)?
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